Ho visto un documentario su un faro. Sulla vita che facevano i guardiani isolati in scogli persi nell'atlantico, circondati solo dal frastuomo di uccelli e del mare in tempesta. Come oasi nel deserto d'acqua, rifugio dell'uomo isolato nella natura. Rifugiati in solitarie piccole stanze, immersi nel blu del mare e della notte. Aiuto sincero per la navigazione con la sua luce rotante. Ora, con tristezza, ho sentito che sono tutti automatizzati. Non c'è più bisogno dell'uomo, se non per la manutenzione. Un computer anche nel faro, un computer che ci aiuta nella navigazione: fine di un mito, fine della navigazione.
martedì 27 febbraio 2007
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4 commenti:
Frascia
tutto potevi scrivere tranne questo !!!!!!! Io sono letteralmente innamorato dei fari !!! Ne ho visti e studiati tanti !!!!! Non voglio pensare che abbiano un qualsiasi tipo di macchinario computerizzato a bordo.
Nella mia mente rimarranno sempre i signori del mare, e li userò sempre come paragone o metafore nei miei discorsi.
Viva i Fari
Mi hai anticipato sull'argomento, almeno in parte. Il guardiano del faro ormai da molti anni lo si può trovare solo nei romanzi; da tempo si naviga con i satelliti, luomo fa ben poco.
Il mare però è sempre quello anche quando si infuria, e poi ci sono le stelle che in mare aperto sono una meraviglia da osservare.
« [Achille] s'imbracciò lo scudo
Che immenso e saldo di lontan splendea
Come luna, o qual foco ai naviganti
Sovr 'alta apparso solitaria cima,
Quando, lontani da' bracari, il vento
Li travaglia nel mar... »
OMERO, Iliade, libro XIX, vv. 373-378
D'accordo su tutto, ma ricordiamo che grazie ai computer questo blog esiste...
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