La racconto così come la ho raccolta, da un marinaio della “Pescara vecchia”. Non so se sia vera o inventata ma so di certo che è un grande insegnamento, non la scrivo in dialetto perché di alcuni termini non conosco la traduzione.
“Non avere paura della persona che ha una forte autorità, se sei nel giusto tutti tremeranno al tuo passaggio, così ha esordito l’uomo, guardando il mare e toccandosi le rughe sulla fronte causate dai numerosi anni passati in mare. Intorno al 1930 c’era una signora che di soprannome la chiamavano “Garibaldi” moglie di un uomo che lavorava con il pesce ed il mare, aveva dato alla luce tre figli e secondo le leggi dell’epoca per ogni figlio maschio il regime donava 5 Lire. La signora dopo molto chiedere alle autorità locali ma senza nella ottenere prende la “tradotta” (treno) e si reca a Roma in Piazza Venezia e….. incontra personalmente il Duce che incarica il segretario di saldare il debito con la donna.
Al rientro a Pescara alla stazione c’erano ad attenderla Podestà e Prefetto che appena la videro le si scagliarono contro dicendole di tutto. La signora, incurante del tutto, guarda nel volto i due ed esclama: sono stata tante volte da voi e non ho risolto niente per questo motivo sono andata a Roma, i due continuarono con la stessa sequenza di minacce ed altro fino a quando la donna esclama: ho capito devo riprendere il treno per Roma chiedendo questa volta non 15 lire ma la vostra rimozione. Inutile dire che i due tornarono nei loro palazzi con la coda tra le gambe.
P.S. tutto questo per confermare la decisione e la fermezza di queste donne che non hanno avuto paura di fronte alle massime cariche dell’epoca. Si tenga presente che parliamo del 1930 e le donne non avevano nemmeno il diritto di voto.
“Non avere paura della persona che ha una forte autorità, se sei nel giusto tutti tremeranno al tuo passaggio, così ha esordito l’uomo, guardando il mare e toccandosi le rughe sulla fronte causate dai numerosi anni passati in mare. Intorno al 1930 c’era una signora che di soprannome la chiamavano “Garibaldi” moglie di un uomo che lavorava con il pesce ed il mare, aveva dato alla luce tre figli e secondo le leggi dell’epoca per ogni figlio maschio il regime donava 5 Lire. La signora dopo molto chiedere alle autorità locali ma senza nella ottenere prende la “tradotta” (treno) e si reca a Roma in Piazza Venezia e….. incontra personalmente il Duce che incarica il segretario di saldare il debito con la donna.
Al rientro a Pescara alla stazione c’erano ad attenderla Podestà e Prefetto che appena la videro le si scagliarono contro dicendole di tutto. La signora, incurante del tutto, guarda nel volto i due ed esclama: sono stata tante volte da voi e non ho risolto niente per questo motivo sono andata a Roma, i due continuarono con la stessa sequenza di minacce ed altro fino a quando la donna esclama: ho capito devo riprendere il treno per Roma chiedendo questa volta non 15 lire ma la vostra rimozione. Inutile dire che i due tornarono nei loro palazzi con la coda tra le gambe.
P.S. tutto questo per confermare la decisione e la fermezza di queste donne che non hanno avuto paura di fronte alle massime cariche dell’epoca. Si tenga presente che parliamo del 1930 e le donne non avevano nemmeno il diritto di voto.
2 commenti:
Carlo non conosco questa storia, mi informerò, però la Garibaldi, al secolo Francesca Maione, me la ricordo bene, anche se con gli occhi di un ragazzino; Me la ricordo quando allo stadio, gettava il sale sulla porta degli avversari, rispondere a tono alle battute un po pesanti.
Una volta hai nominato: "battillone s'arvotiche..." Lei era la sorella di Battillone.
Un mondo della Pescara che purtroppo si è dissolto lentamente...
Saluti
Anch' io ricordo bene "la Caribbalde", alias "Fangischelle" quale tenace lavoratrice e come spettacolo nello spettacolo dei campi sportivi.
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