La povertà, quella vera, quando la vedi con i tuoi occhi ti fa lo stesso effetto di un pugno nello stomaco, ti mozza il respiro e ti paralizza di fronte ad essa; non riesci a fissarla, ti fa girare il capo, abbassare lo sguardo perché in realtà te ne vergogni e perché sai che fai poco o praticamente nulla per combatterla, anzi forse più o meno involontariamente la alimenti.
Tutti i giorni ascolto tante persone lamentarsi, dire che non arrivano alla fine del mese, anche se molti non dicono il vero. Le poche volte nelle quali ho capito che davanti a me avevo una persona davvero povera, questa non si lamentava affatto, forse perché provava vergogna o aveva pudore di esternare certe cose, comunque ho imparato a diffidare di chi si lamenta troppo.
A volte mi piacerebbe fare qualcosa di concreto, credo sia nostro dovere farlo, ed invidio le persone che hanno dedicato impegni e sacrifici per combattere la povertà.
Stiamo vivendo un periodo difficile, fatto di intolleranze (tollerare un verbo in voga che non mi garba, mi fa pensare a sopportare qualcuno o qualcosa) di paura del diverso, tutti a difendere con i denti vecchi privilegi, frutto di una ricchezza che lentamente ci sta sfuggendo.
Oggi altri popoli bussano alla porta del benessere, perché anche loro vogliono partecipare al taglio della torta, dopo che per secoli sono stati esclusi. Credo che stiamo vivendo un periodo di “rimescolamento delle carte in gioco” e fra qualche anno gli equilibri saranno diversi da quelli attuali.
La crisi finanziaria che, partita dagli USA, si è abbattuta sul mondo intero, mi ha fatto notare come per salvare banche ed i nostri risparmi si tirino fuori migliaia di milioni di dollari come se fossero bruscolini, una moltitudine di paesi che improvvisamente parlano una sola lingua..... ....... ma per la vita di milioni di bambini che ogni anno muoiono di fame, una strage che da decenni a questa parte è sotto gli occhi di tutti, assistiamo a pantomime patetiche ed alla fine si tirano fuori solo pochi spiccioli. Che vergogna!!!!
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