venerdì 16 marzo 2007

La scafetta

Mi sembra quasi fisiologico continuare sulla falsariga di un mio primo commento in cui cito 'la scafetta' e dico che non saprei tradurre con un equivalente termine in lingua italiana.

Mi soffermo sui vincoli familiari che fanno parte di quel complesso di regole non codificate gravitanti intorno alla scafetta, in modo particolare sul ruolo della donna, moglie o madre del marinaio.

Al rientro dei pescherecci, le ricordo in trepida attesa sulla banchina, dalle prime ore del pomeriggio, quasi tutte vestite di nero per i lutti familiari. E lì, sulla banchina stessa vendevano in serata il quantitativo di pesce (la scafetta) ricevuto dai mariti. L' abilità consisteva nel venderlo tutto, senza svenderlo, al prezzo giusto, variabile a seconda del giorno: il ricavato serviva innanzi tutto per le sigarette e la colazione dell' indomani del marinaio, marito o figlio; il resto veniva speso per il fabbisogno familiare e, una minima percentuale, accantonata per gli imprevisti.

Pur essendo impegnata nei movimenti studenteschi, provai subito, quasi istintivamente una segreta ammirazione per quelle donne dall' aspetto statuario, sicure di sé, che ringraziavano continuamente la Divina Provvidenza per quanto aveva concesso loro, poco o tanto, pregiato o non pregiato, attraverso un lavoro tanto incerto quanto rischioso.

Poi le sentivi dire: "eh... stasere lu pesce 'n zi venne ... lu prezze 'n zi po tirà (stasera non c' è una buona vendita, il prezzo deve scendere); oppure il contrario: " stasere ci sta na raije de pesce..."

- Ma da cosa ve ne accorgete?!?
- Da lu muvimende! Signurì...eppure avete studiate...

Autentiche menti manageriali...Percepire al volo l' andamento del mercato. Non
l' avevano imparato sui banchi di scuola, ma nella scuola della vita; sulla loro pelle, nella cogestione dell' economia familiare in una forma di lavoro complementare a quella dei propri uomini.

A quelle donne, laboriose e piene di speranza, mai scese in piazza, che tanto mi hanno dato senza saperlo, il mio profondo e sentito grazie.

6 commenti:

Carlo lo spoltorese ha detto...

Grazie Graziana.
Non nascondo che una lacrima ha rigato il mio viso, ma ancora una volta trovo la conferma che dietro un grande uomo c'è una grandissima donna. Più dell'immagine della "donna manager" nella mia mente è impressa l'immagine della donna vestita di nero che nonostante la crudeltà della vita aspetta con speranza prima il rientro del marito e dopo spera il pescato sia abbondante. Sì, nonostante tutto quelle donne ci insegnano la voglia di combattere ma senza uccidere,combattere solo per la sopravvivenza.

Grazie ancora

epursimuove ha detto...

Il tuo post mi tocca nei miei affetti più intimi, in primo luogo mia nonna, per la quale nutrivo da ragazzino uno smisurato affetto, che dopo la sua morte si è trasformata in profonda ammirazione.
Le donne della gente di mare hanno un qualcosa di speciale, pechè da giovani hanno dovuto imparare a cavarsela da soli.
Perdonami l'invadenza, ma chi è il tuo parente castellamarese?
Se non vuoi fare nomi, mi basta anche il soprannome.
Saluti e complimenti per il post, mi è piaciuto molto,

fraNcesco ha detto...

Un esordio alla grande. Grazie Graziana per il tuo post, veramente molto bello, coinvolgente e istruttivo.

Graziana ha detto...

:-)
Grazie a voi per i vostri commenti...

Epursimuove, Il mio parente castellammarese che più di una volta ho citato, è mio suocero; e tra quelle donne vestite di nero c' era anche mia suocera...

Non so se i tuoi anni ti consentono di ricordarlo, perché ci ha lasciati nell' 84: il suo soprannome è "Faccianire" ...

epursimuove ha detto...

Il mondo è davvero piccolo Graziana, Faccianire, ovvero "Giuvannine", era cugino di mio padre; nel 1984 ero in Marina su di un Dragamine, e Faccianire me lo ricordo benissimo, quando lo vedevo quasi tutti i giorni sulla banchina; all'epoca (1983) stavo ultimando gli studi e tutti i pomeriggi andavo sulla banchina ad aspettare mio padre e Lui era puntuale lì come sempre. Siamo anche parenti "acquisiti", a tal proposito mi sorgono delle domande ma non voglio andare sul personale.
Saluti

Graziana ha detto...

Oddio...adesso sono io che mi commuovo...

Io e papà Giuvannine eravamo legati da affetto e stima profondi.

Non solo il mondo, anche la rete è davvero piccola...