lunedì 5 marzo 2007

LU MARINARE... RISPONDE



Cari colleghi bloggers, cari lettori, oggi nel vedere il blog di fame di fama sulle ricette abruzzesi, ho pensato: bene amo cucinare, di ricette tradizionali del mare ne conosco diverse, un po' alla volta calerò degli "assi nella manica", da fare un bel figurone, e invece cosa devo vedere?
Che Carlo lo spoltorese mi "passe di prue" (mi passa davanti n.d.a) e mi cala una bella "scala reale" servita.Decisamente sono rimasto ammutolito, eh si già, la globalizzazione comporta anche questo, una antica ricetta della "marineria pescarese" nata a bordo di antiche paranze a vela, finisce su di un colle all' ombra del campanile di San Panfilo.
Pazienza, datemi tempo di riprendermi, e uno per volta calerò i miei assetti (con gli assi comunque si può far poker).
Una precisazione la merita anche Fame di fama: nel suo commento sul pesce crudo, comprendo le sue paure ed a mio parere in quello che dice, c'è una "toppata", ma anche una verità.
Toppata perchè quando si parla di inquinamento dei mari, se si generalizza si fa una gran toppata, e nello specifico per i calamaretti si toppa.
Verità perchè nei mari un problema inquinamento che effettivamente si ripercuote sui pesci esiste e si chiama MERCURIO.

Il mercurio è un metallo pesante presente nei mari ed ha un grave "difetto": quando gli organismi viventi lo assimilano non riescono a smaltirlo. Le percentuali inizialmente sono bassissime e non pericolose per l'uomo, ma per alcune specie di pesci ai vertici della catena alimentare (predatori) come ad esempio gli squali, le percentuali aumentano in modo molto preoccupante perchè si sommano le quantità di mercurio presenti nei pesci predati. E cucinando il pesce il problema resta, perchè il mercurio... non evapora.
Bene direte voi, e chi li mangia gli squali.... ma il palombo è uno squalo ed è nella top ten della lista nera, e nella zona calda ci sono altri pesci predatori come il tonno e il pesce spada.

Il problema è studiato in alcune importanti Università anche in Italia (Pisa), ma non se ne parla; immaginate se uscisse fuori il problema "mercurio pazzo", cosa accadrebbe per le multinazionali del tonno in scatola.
Questo problema esiste da anni e ricordo del palombo al mercurio da che ero bambino, ma circa due anni fa, all'una di notte vidi in TV un servizio molto ben fatto su quest'argomento ed il problema è serio e non riguarda solo i palombi.
Comunque mangiate pure pesce a volontà, possibilmente fresco, forse sul palombo consiglierei di andarci piano ed anche con tonno e pesce spada non mangiatene a tonnellate.

Detto questo, mi viene da pensare, cosa ci è rimasto di sano da mangiare su questo mondo?
A qualcuno la risposta.

3 commenti:

Fame di fama ha detto...

Anche qui la mia provocazione è andata a segno.
Non potevo contribuire in modo attivo su un argomento di cui sono digiuno (nel senso che mangio, ma non sono un gourmet, soprattutto della materia ittica!). Ho preferito quindi spostare l'attenzione su un tema che mi sta molto a cuore, di cui si parla molto (forse anche troppo), ma per il quale si fa poco (e male).
Siete arrivati alle mie stesse conclusioni e questo un po' mi fa piacere e un po' mi rattrista perché conferma che, al momento, soluzione non c'è al problema dell'avvelenamento...
Anche se ci limitiamo ai bisogni primari (respirare e mangiare) ingoiamo veleno a gò-gò.
Ma la discussione è molto più ampia e riguarda anche, per esempio, lo stile di vita.
perciò vi rimando ai miei futuri post (con i quali spero di poter essere più presente).

Carlo lo spoltorese ha detto...

Caro Eppursimuove
Il post sulla cucina abruzzese da me scritto può essere usato come riposta alla tua domanda : "cosa ci è rimasto di sano da mangiare su questo mondo?"
Iniziamo a riesaminare la nostra cucina e sicuramente ritroveremo:
-il baccalà, ritenuto tra i cibi meno inquinati(Univ. la sapienza)
-Il sugo con i nostri pomodori (non geneticamente modificati ma umanamente selezionati)
-L'olio di oliva (se non si possiedono piante basta comprarli nei nostri frantoi)
-i Nostri legumi (le lenticchia di S.Stefano di Sessanio è ritenuta la migliore al mondo)
-Gli agnelli delle nostre montagne(Castel del monte, farindola ecc.)
-I vitelli delle nostre colline(Penne, Loreto ecc.)
E' chiaro che il costo di questi prodotti non è da supermercato, ma rinuncio volentieri a qualcos'altro.
P.S. i calamaretti a volte li trovo da un anziano marinai di S.Vito che ha un motopesca di 8 metri !!!!!!

epursimuove ha detto...

Tutto quello che hai elencato sono ottimi cibi, ma per chi ha difficoltà
a far quadrare i conti, pagare 12 € un kg di lenticchie non è poco.
Ho una piccola casa a Castel del monte (mia moglie é di origini montanare) e tra i cibi aggiungerei anche ricotta e canestrato (pecorino)
Sul marinaio di San Vito, è un'amicizia da curare con amore, perchè di ste fortune quando capitano... non si mollano!!
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