Giovedì 29/03/2007
La sveglia ci avverte che dobbiamo metterci in marcia, dopo colazione insieme al segretario del sindaco, 2 donne consiglieri comunali ed un giovane, che poi scopriremo essere isolano e presidente del consiglio rurale, saliamo su di una piroga a motore per andare a visitare 2 isole che appartengono al comune di Foundiougne.
Il paesaggio del delta è fantastico, le distese di Mangrovie regnano sovrane, vediamo qualche isola dove i residenti affumicano il pescato in piccoli forni. Dopo due ore di navigazione approdiamo nell’ isola di Baut. L’emozione esplode in tutti noi, decine di bimbi sono sulla riva ad aspettarci, c’è un gruppo di donne che ci accoglie con strumenti percussivi ed eseguono dei balli tipici.
I bambini ci prendono le mani o meglio le dita (io avevo cinque bimbi per ogni mano) hanno voglia di stringerle, sentono la mancanza dell’uomo.
Si , proprio così, l’isola è popolata da qualche anziano, molte donne e tanti tanti bambini, Gli uomini, “ci dicono”, sono:
a pesca,
a Dakar a lavorare,
in Europa ,o, sono semplicemente andati via.
Ascoltiamo il discorso dell’anziano capovillaggio, è tutto un elogio al nostro accompagnatore che finalmente da qualche giorno è riuscito a portare un po’ di energia elettrica. Nell’isola non esiste infermeria, c’è un pozzo per l’acqua, non sappiamo se sia salata o dolce. I bimbi, non sono malnutriti ma, mangiano solo e soltanto pesce, cerco, con il nostro amico senegalese di parlare e giocare con loro, il gioco è semplicissimo si tratta di far finta di pescare !!!!! Dopo un paio d’ore, ripartiamo accompagnati dal sorriso dei bimbi, che…ci accompagnerà…….per la vita.
Dopo un ora di navigazione approdiamo alla seconda isola, Pillor, le condizioni sono peggiori della prima, veniamo accolti all’esterno di una casa, parla una donna, sono scoraggiati dalle cooperazioni hanno ricevuto troppe delusioni, in noi però credono, siamo accompagnati dal nostro amico Mamadoue che è un figlio di Foundiougne. I nostri occhi si incrociano, è lì che dobbiamo dare il nostro aiuto.
Tornati in hotel il pranzo è pronto, ma di mangiare non abbiamo voglia, abbiamo visto cose che non dovrebbero esistere visto che l’uomo è arrivato sulla luna.
Nel tardo pomeriggio la nostra delegazione femminile incontra le donne appartenenti al consiglio comunale , la situazione è strana, cioè: hanno bisogno di avere consigli sulla pianificazione delle nascite. Hanno molti problemi legati alla religione sia mussulmana che cristiana, parlano di punture atte al controllo delle nascite della durata di 3 mesi o di un impianto sottocutaneo della durata di 5 anni.
E’ chiaramente sperimentazione allo stato puro, le controindicazioni sono inimmaginabili!!!!
Siamo sconcertati!!! Cosa scriveranno i benefattori delle case farmaceutiche sulle controindicazioni?
“In alcuni casi si è riscontrato il decesso?
Leggevo di queste cose su alcuni giornali, qualche libro, ma, quando le vedi “in diretta” ti fanno uno strano effetto, ti stimolano un sentimento di rabbia e nello stesso tempo di impotenza……. Si, anche oggi, se ripenso a quella cosa mi fa stare male, soprattutto perché non saprei proprio cosa fare.
Le nostre impressioni:
Le isole che abbiamo visto sono le migliori, figuriamoci le altre.
Uno sforzo particolare dobbiamo farlo per le isole.
I bambini delle isole vanno aiutati.
Mancano i materiali per un centro di primo soccorso nelle isole.
Mancano i collegamenti con il paese (beni di prima necessità).La nostra attività dovrebbe concentrarsi in questi piccoli centri.
La sveglia ci avverte che dobbiamo metterci in marcia, dopo colazione insieme al segretario del sindaco, 2 donne consiglieri comunali ed un giovane, che poi scopriremo essere isolano e presidente del consiglio rurale, saliamo su di una piroga a motore per andare a visitare 2 isole che appartengono al comune di Foundiougne.
Il paesaggio del delta è fantastico, le distese di Mangrovie regnano sovrane, vediamo qualche isola dove i residenti affumicano il pescato in piccoli forni. Dopo due ore di navigazione approdiamo nell’ isola di Baut. L’emozione esplode in tutti noi, decine di bimbi sono sulla riva ad aspettarci, c’è un gruppo di donne che ci accoglie con strumenti percussivi ed eseguono dei balli tipici.
I bambini ci prendono le mani o meglio le dita (io avevo cinque bimbi per ogni mano) hanno voglia di stringerle, sentono la mancanza dell’uomo.
Si , proprio così, l’isola è popolata da qualche anziano, molte donne e tanti tanti bambini, Gli uomini, “ci dicono”, sono:
a pesca,
a Dakar a lavorare,
in Europa ,o, sono semplicemente andati via.
Ascoltiamo il discorso dell’anziano capovillaggio, è tutto un elogio al nostro accompagnatore che finalmente da qualche giorno è riuscito a portare un po’ di energia elettrica. Nell’isola non esiste infermeria, c’è un pozzo per l’acqua, non sappiamo se sia salata o dolce. I bimbi, non sono malnutriti ma, mangiano solo e soltanto pesce, cerco, con il nostro amico senegalese di parlare e giocare con loro, il gioco è semplicissimo si tratta di far finta di pescare !!!!! Dopo un paio d’ore, ripartiamo accompagnati dal sorriso dei bimbi, che…ci accompagnerà…….per la vita.
Dopo un ora di navigazione approdiamo alla seconda isola, Pillor, le condizioni sono peggiori della prima, veniamo accolti all’esterno di una casa, parla una donna, sono scoraggiati dalle cooperazioni hanno ricevuto troppe delusioni, in noi però credono, siamo accompagnati dal nostro amico Mamadoue che è un figlio di Foundiougne. I nostri occhi si incrociano, è lì che dobbiamo dare il nostro aiuto.
Tornati in hotel il pranzo è pronto, ma di mangiare non abbiamo voglia, abbiamo visto cose che non dovrebbero esistere visto che l’uomo è arrivato sulla luna.
Nel tardo pomeriggio la nostra delegazione femminile incontra le donne appartenenti al consiglio comunale , la situazione è strana, cioè: hanno bisogno di avere consigli sulla pianificazione delle nascite. Hanno molti problemi legati alla religione sia mussulmana che cristiana, parlano di punture atte al controllo delle nascite della durata di 3 mesi o di un impianto sottocutaneo della durata di 5 anni.
E’ chiaramente sperimentazione allo stato puro, le controindicazioni sono inimmaginabili!!!!
Siamo sconcertati!!! Cosa scriveranno i benefattori delle case farmaceutiche sulle controindicazioni?
“In alcuni casi si è riscontrato il decesso?
Leggevo di queste cose su alcuni giornali, qualche libro, ma, quando le vedi “in diretta” ti fanno uno strano effetto, ti stimolano un sentimento di rabbia e nello stesso tempo di impotenza……. Si, anche oggi, se ripenso a quella cosa mi fa stare male, soprattutto perché non saprei proprio cosa fare.
Le nostre impressioni:
Le isole che abbiamo visto sono le migliori, figuriamoci le altre.
Uno sforzo particolare dobbiamo farlo per le isole.
I bambini delle isole vanno aiutati.
Mancano i materiali per un centro di primo soccorso nelle isole.
Mancano i collegamenti con il paese (beni di prima necessità).La nostra attività dovrebbe concentrarsi in questi piccoli centri.
8 commenti:
Leggendo questo brano si ha il desiderio di fare qualcosa per aiutarti, ma anche un senso di impotenza, non saprei da dove iniziare per i miei limiti personali;
se hai bisogno di una mano devi solo chiederlo, lo farei con gran piacere, e comunque hai tutta la mia solidarietà.
Grazie Epursimuove,
Leggendo messaggi come il tuo ti fanno capire che non sei solo!!!!! In molti ci hanno detto che stiamo soltanto buttando gocce di acqua nel mare!!!! Per il fare qualcosa non ti preoccupare, ad Ottobre tornerò in Senegal e vi disturberò chiedendovi cerotti, garze o semplicemente qualche bottiglia di disinfettante.
E' vero forse sei una goccia... ma fuori dall'oceano fetido che è l'indifferenza.
La tua goccia non risolverà la sete di quel popolo, ma sei un testimone, di come ognuno di noi può fare cose utili e non sciupare la propria esistenza nel nulla.
Le strade praticabili sono tante e basterebbe darsi una risposta quando, nel fare qualcosa, invece giriamo lo sguardo o il pensiero altrove dove ci è più comodo.
Concordo con epursimuove e con lo Spoltorese: per iniziare occorrono proprio gocce di solidarietà.
Sono i piccoli progetti che preparano le iniziative più corpose e per muovere l' oceano fetido basta iniziare.
Complimenti Carlo...
Spesso abbiamo paura di poter fare troppo poco, e quindi ci limitiamo sbagliando a non fare niente.
Non mi stupisce che le gocce di solidarietà siano disprezzate da chi è abituato a sprecare risorse a fiumi...
A noi la scelta: continuare a disperdere o iniziare a raccogliere le nostre piccole ma preziose gocce.
Carlo, dopo aver letto la terza puntata della tua avventura ti propongo un progetto. Ti propongo di raccogliere tutto il materiale che può essere utile là e perchè no anche una raccolta di danaro. Ci risentiamo alla lettura della prossima puntata.
Nike
Grazie di cuore, prima di ripartire per il Senegal "cercherò" ti raccimolare il necessario, in termini di cerotti, garze, disinfettanti e tutto ciò che può servire al primo soccorso, i soldi preferisco non inviarli.
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