domenica 24 giugno 2007

Il solstizio d' estate e la festa di S. Giovanni

21 giugno, solstizio d' estate: giorno in cui il dì è il più lungo dell' anno e la notte la più breve.
Sembra che il sole abbia fermato la sua corsa, per donarci a profusione giorni di luce e di calore: nel suo moto apparente sorge e tramonta nella stessa posizione rispetto all' orizzonte, fino al 24 giugno, giorno in cui riprende la sua normale andatura.

La nostra corsa quotidiana ci assorbe al punto tale da impedirci di notare la luce così tersa che permea il cielo e tutto quanto ci circonda in questi giorni di giugno; gli stessi tramonti sono traboccanti di luce fino all' ultimo istante.
Tutto ciò non era sfuggito all' occhio vigile delle generazioni precristiane le quali celebravano il trionfo del Sole, fonte di vita e di benessere, con ogni sorta di ritualità e magia, soprattutto la notte del 23 giugno fino all' alba.

La chiesa il 24 giugno celebra la natività di San Giovanni Battista, ultimo profeta e precursore della Luce del mondo, di sei mesi maggiore di Cristo.
Le celebrazioni del Sole sono lentamente diventate, per i popoli cristiani, i festeggiamenti in onore di San Giovanni, in cui convivono sacro e profano. In Abruzzo, fino a pochi decenni or sono, si accendevano nelle campagne enormi fuochi, i falò di San Giovanni appunto, che duravano fino all' alba, per cedere il posto al sole, il falò per eccellenza, principio di fecondità. Le ceneri venivano cosparse per i campi, per purificare la terra e propiziare un buon raccolto.Altro rito frequente era quello di lavarsi con l' acqua di 7 fonti (numero simbolico ricorrente nelle Scritture) per incontrare il sole: a mezzogiorno infatti,alle ore 13.00 dell' ora legale, i raggi sono allo Zenit, le ombre scompaiono e il sole 'si specchia' nei pozzi e nelle sorgenti.
Comunque le celebrazioni continuano ancora oggi nelle regioni e nel mondo.


Poche parole per San Giovanni Battista, limitate al profilo umano: coraggio, ardore, coerenza, a tutti i costi, fino alla morte ordinata da Erode Antipa.
La sua parola colpisce e scuote, punta il dito contro falsità ed ipocrisia.
Durante la sua predicazione non esitò ad accusare pubblicamente di adulterio il re Erode Antipa e la cognata Erodiade, ben consapevole dei rischi che ciò avrebbe comportato. Infatti, durante un banchetto, Erodiade e la figlia Salomé, ordirono un inganno che indusse il re a richiedere la decollazione del Battista, la cui testa fu portata a Salomé su un vassoio d' argento, come da lei richiesto.

2 commenti:

epursimuove ha detto...

Questa festa è ancora molto sentita nell'america latina; in Brasile, paese che conosco abbastanza bene, c'è una festa di sao joao a Campina Grande (stato di Sao Paulo)dove una folle enorme si da appuntamento ogni anno con concerti ed eventi vari, un po' come accade da noi con il primo maggio.

Per la sua morte, secondo il mio modesto parere forse un po' da maschilista, Erode Antipa è più un esecutore di un capriccio di donna, della bella e perfida Salome', e se ricordo bene la testa del santo fu servita su un piatto ad Erode Antiba, Erodiade sua cognata/amante, e a Salomè sua figliasta e non solo (vita un po dissoluta quella di Erode Antipa)

Graziana ha detto...

E' vero, Epursimuove.
Erode non voleva ucccidere il Battista; si era limitato a imprigionarlo per soffocare la sua pubblica accusa.
Chi ne volle la morte fu proprio Erodiade, che non esitò ad usare Salomé affinché compiacesse a tal punto Erode con la sua danza, da indurlo ad offirle una ricompensa, qualunque essa sia stata, anche la metà del suo regno.
La richiesta inaspettata fu la testa del Battista, che Erode eseguì, solo per non venir meno a una pubblica promessa.