martedì 22 aprile 2008

1968


Questa sera su History Channel ci sarà uno speciale sul 1968. Non ho vissuto quegli anni, ho però ascoltato racconti, letto libri ma, soprattutto, ho ascoltato musica. Non posso permettermi di dare un giudizio, ma mi assalgono delle domande che, se volete potete aiutarmi a dare una risposta.
In ambito scolastico:
Se come molti dicono il 68 è stata una vittoria nelle scuole perché i diritti conquistati (consigli di classe, istituto, interclasse, assemblee ecc.) oggi non sono più nemmeno pensate dagli studenti? E per quanto riguarda i genitori… il corpo docente deve pregarli per farli candidare?
In ambito femminile:
Se come molti dicono il 68 è stata la vittoria della donna, perche nel parlamento Italiano abbiamo solo il 16% delle donne? Ricordo che in Afganistan la percentuale delle donne è del 25%
In ambito giovanile:
Se come molti dicono il 68 è stata la vittoria dei giovani, perché sono miseramente fallite le comuni, la filosofia hippy, e la ricerca dei paradisi artificiali è aumentata drasticamente?
In ambito politico:
Se come molti dicono il 68 è stata la vittoria delle ideologie di sinistra, come mai a soli 40 anni di distanza l’ideologia di sinistra non è nemmeno rappresentata in parlamento?

Sono passati 40 anni, penso che sia il caso di riflettere un po’ su cosa sia stato e su cosa abbia lasciato il 1968.
Attendo vostri commenti!!!!! Mi raccomando però ….. Non sparate sul pianista!!!!!

13 commenti:

Graziana ha detto...

Carlo ... dovrei scrivere un trattatto per rispondere a tutto, ma ti dico semplicemente due cosette:

i giovani del 68, ironicamente definiti sessantottini (ma io vado fiera di quel nomignolo, avevo 14 anni e facevo il primo superiore);

Il movimento studentesco, dicevo, prima di ogni obiettivo contestuale, perseguivano una meta fondamentale: abattere la cortina del perbenismo, l' ipocrisia e ogni forma di autoritarismo(non di autorità); ma soprattutto con la loro protesta volevano abbattere i ruoli di genere maschile e femminile, non quelli naturali, ma quelli culturalmente definiti nei due secoli precedenti. Ruoli forieri di "violenza" al femminile soprattutto, ma anche al maschile ... eh... qui il discorso si farebbe molto lolto complesso.

A proposito della sinistra, ti dico solo che all' epoca (primi anni 70), la Sinistra si fece portavoce di un programma superiore alle parti: il Compromesso Storico. Oggi la Sinistra non è rappresentata.Tu ti meravigli Carlo? Io per niente...

Graziana ha detto...

Aggiungo un dato ... (Nella fretta di stamane non ho fatto in tempo e mi accorgo anche degli errori che non ho visto in tempo)

L' errore di fondo del movimento del 68 fu l' antistoricismo, l' atteggiamento ingenuo di voler azzerarere il passato senza recuperarne i valori che indubbiamente aveva costruito.

Alla comunicazione fino fino ad allora prescrittiva dogmatica e unidirezionale si sostituì la trasgressione ...

paola ha detto...

Ciao Carlo,
non ho vissuto con coscienza il 68, avevo solo 9 anni . . e non avevo manco il televisore! da come ho capito c'è

stato un risveglio del NOI . . lottare per la libertà di espressione.. abbattere determinati schemi e ipocrisie.Il

movimento della sinistra era sentito perchè finalmente anche la povera gente si sentiva rappresentata. . oggi non

ci rappresenta più nessuno. . . ognuno rappresenta se stesso..e siccome la Lotta è dura è meglio lasciarsi guidare

dal più audace.
I ragazzi(nella maggior parte dei casi) non sono abituati a lottare ed ecco che nelle scuole non ci sono più

candidature come rappresentanti. . rappresentanti di chi? di se stessi? IL 68 credo che ha lasciato il messaggio di

credere nelle proprie ideologie e lottare per raggiungerle. . certo una Lotta intesa mai come aggressione e

violenza come purtroppo a volte è stato. .una lotta costruttiva . . stringendoci gli uni con gli altri cosa che

oggi è raro perchè siamo diventati pecore egoiste.. (senza offesa per nessuno!)ognuno pensa al proprio benessere e

si lascia vivere.

Graziana ha detto...

Benvenuta Paola e grazie per averci lasciato la tua traccia ...

Fame di fama ha detto...

Probabilmente l'errore più comune, a destra come a sinistra, è che ci si è fermati al '68. Sono passati quarant'anni ma molti sembrano non essersene accorti...
Ovvio che i più furbi e attenti ne approfittino e fanno di tutto per continuare a far credere a tutti i "nostalgici" che tutto sia rimasto come allora...

Carlo lo spoltorese ha detto...

Grazie per i commenti, e un grazie particolare a Paola che ha lasciato il suo segno. Aspetto con ansia anche il parere del nostro metereologo di fiducia!!!!!

fraNcesco ha detto...

Perchè guardiamo al 68 e non osserviamo il 2008?

Carlo lo spoltorese ha detto...

Semplice fraN,
"la storia è maestra di vita"

marica ha detto...

salve a tutti...è un po' che mi sono imbattuta in questo simpatico blog!A proposito del 68, credo che, nonostante il cambiamento di mentalità e la voglia di rimanere eterni ragazzi... gli adulti di oggi non siano in grado di comprendere come e per cosa lotteranno i ragazzi del 2008. Non resta che guardare con fiducia e fare loro da sponda...perché non si perdano in spirali violente, come è successo allora, quando era necessario fare scelte decise per non ritrovarsi dalla parte degli assassini...domani è l'anniversario del delitto Moro. 30 anni

Graziana ha detto...

Innanzi tutto, cara Marica, ti ringrazio, per aver arricchito questa discussione, mi offri nuovi stimoli di argomentazioni che non pretendono il podio della verità dogmatica ;-)

Sul 68 sono stati spesi fiumi di inchiostro che ne evidenziano luci e ombre. Qualsiasi rivoluzione, armata o non armata, comporta conseguenze positive e negative[pensiamo agli effetti della Rivoluzione Francese o a quelli della rivoluzione industriale per esempio]; il 68 non poteva fare eccezione chiaramente.

Io ho vissuto attivamente quel periodo, negli aspetti descritti nei miei precedenti commenti.

Personalmente sono cresciuta e continuo a crescere impegnandomi a portare avanti quegli ideali nell' assenza del pregiudizio, nell' autocritica continua, nella ridefinizione dei miei ruoli e del mio progetto di vita, nonché nell' apertura verso l' altro, di qualunque età e di qualunque estrazione sociale e culturale.

Nell' insieme "altro" ci sono anche i miei figli, giovani del 2008 e i miei alunni ... Non sta a me dire in che misura io sia in grado di comprendere come e per che cosa lotteranno i ragazzi del 2008 e in che misura io riesca ad educarli affinchè non si perdano in spirali violente. Una cosa è certa: nell'ascolto e nel dialogo bi e pluridirezionale mi sento uguale a 30/35 anni fa, in modo del tutto naturale e non a tutti i costi.

Per il resto porto sulla mia persona e gli effetti del tempo e sinceramente non mi curo minimamente di mascherarli.

Un saluto

Graziana ha detto...

:-) nell' ultima frase c' è una "e" in più ... scusatemi ...

marica ha detto...

Credo che siano in molti ad impegnarsi quotidianamente per trasformare in realtà gli ideali di quegli anni..(ed io con loro). Ognuno a modo proprio, secondo le proprie responsabilità e inclinazioni, ma mi sembra che molto venga vanificato da un'aria di infantilismo consumistico, di appiattimento culturale, di noia, insomma.Non so che età abbiano i tuoi tuoi alunni, cara Graziana, ma sono davvero sconcertata nel constatare quanta disillusione ci sia, ad esempio nei licei, dove il messaggio che scorre tra genitori, insegnanti e alunni è troppo spesso quello del cercare di cavarsela, di uscire indenni da una situazione che non si riesce a controllare, piuttosto che approfittare della meraviglia di quell'età per avvicinarsi davvero a sentire la qualità della brezza del futuro. Del resto è stata l'incapacità di ascolto (vero, consapevole, quello che ti mette davvero in discussione) a rendere così duri quegli anni.Mi pare, insomma, che a fronte di un lavoro enorme che molti stanno portando avanti (sempre per quanto riguarda la scuola ci sono situazioni diffuse bellissime, e anche a livello editoriale la ricchezza dell'offerta è straordinaria...), il terreno su cui crescono i nostri ragazzi sia troppo spesso arido e fuorviante... e, perdonami l'esempio agricolo, di cui peraltro non so nulla, è solo sul terreno che la nostra generazione può lavorare...

Grazie per l'ascolto
Marica

Graziana ha detto...

E' vero..c'è qualcosa che non torna, che sfugge. A volte penso che abbiamo concesso troppo, anche il superfluo... E' la situazione problematica che ci fa pensare e attrezzare ... Bha ... non so ...
Intanto ascoltiamo quello che dicono i figli dei giovani del 68:

"Lo scopo di questa missiva é quello di rendere giustizia a una
generazione, quella di noi nati agli inizi degli anni '80 (anno
più,anno meno), quelli che vedono la casa acquistata allora dai nostri
genitori valere oggi 20 o 30 volte tanto, e che pagheranno la propria
fino ai 50 anni.

Noi non abbiamo fatto la Guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla
luna, non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il
referendum per l'aborto e la nostra memoria storica comincia coi
Mondiali di Italia '90. Per non aver vissuto direttamente il '68 ci
dicono che non abbiamo ideali, mentre ne sappiamo di politica più di
quanto credono e più di quanto sapranno mai i nostri fratelli minori e
discendenti.

Babbo Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo, però ci
sentivamo dire, e lo sentiamo ancora, che abbiamo avuto tutto,
nonostante quelli che sono venuti dopo di noi sì che hanno avuto
tutto, e nessuno glielo dice.

Siamo l'ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a
saltare la corda, a giocare a lupo, a un-due-tre-stella, e allo stesso
tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai
parchi di divertimento o aver visto i cartoni animati a colori.

Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di
elefante e con la cucitura storta; la nostra prima tuta è stata blu
con bande bianche sulle maniche e le nostre prime scarpe da ginnastica
di marca le abbiamo avute dopo i 10 anni.

Andavamo a scuola quando il 1 novembre era il giorno dei Santi e non
Halloween, quando ancora si veniva bocciati, siamo stai gli ultimi a
fare la Maturità e i pionieri del 3+2...

Siamo stati etichettati come Generazione X e abbiamo dovuto sorbirci
Sentieri e i Visitors, Twin Peaks e Beverly Hills (ti piacquero
allora, vai a rivederli adesso, vedrai che delusione). Abbiamo pianto
per Candy-Candy, ci siamo innamorate dei fratelli di Georgie, abbiamo
riso con Spank, ballato con Heather Parisi, cantato con Cristina
D'Avena e imparato la mitologia greca con Pollon.

Siamo una generazione che ha visto Maradona fare campagne contro la droga.

Siamo i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro comeCo-co-co e
quelli per cui non gli costa niente licenziarci.

Ci ricordano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non
avessimo vissuto nessun avvenimento storico. Abbiamo imparato che
cos'è il terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di Berlino, e
Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella Stanza
Ovale; siamo state le più giovani vittime di Cernobyl; quelli della
nostra generazione l'hanno fatta la guerra (Kosovo, Afghanistan, Iraq,
ecc.); abbiamo gridato NO NATO, fuori le basi dall'Italia, senza
sapere molto bene cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di
settembre.

Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque
altro, abbiamo giocato a Pac-Man, odiamo Bill Gates e credevamo che
internet sarebbe stato un mondo libero.

Siamo la generazione di Bim Bum Bam, di
Clementina-e-il-Piccolo
-Mugnaio-Bianco e del Drive-in.

Siamo la generazione che andò al cinema a vedere i film di Bud Spencer
e Terence Hill.

Quelli cresciuti ascoltando gli Europe e Nik Kamen, e gli ultimi a
usare dei gettoni del telefono.

Ci siamo emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca dell'Arca Perduta.

Bevevamo il Billy e mangiavamo le Big Bubble, ma neanche le Hubba
Bubba erano male; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline
di zucchero come resto.

Siamo la generazione di Crystal Ball ("con Crystal Ball ci puoi
giocare..."), delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego a
forma di mattoncino, dei Puffi, i Voltrons, Magnum P.I., Holly e
Benji, Mimì Ayuara, l'Incredibile Hulk, Poochie, Yattaman, Iridella,
He-Man, Lamù, Creamy, Kiss Me Licia, I Barbapapà, i Mini-Pony, le
Micro-Machine, Big Jim e la casa di Barbie di cartone ma con
l'ascensore.

La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine vanno insieme.

La generazione che non ricorda l'Italia Mondiale '82, e che ci viene
un riso smorzato quando ci vogliono dare a bere che l'Italia di
quest'anno è la favorita...

L'ultima generazione a vedere il proprio padre caricare il portapacchi
della macchina all'inverosimile per andare in vacanza 15 giorni.

L'ultima generazione degli spinelli...

Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi:
viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e
senza air-bag; facevamo viaggi di 10-12 ore e non soffrivamo di
sindrome da classe turista. Non avevamo porte con protezioni, armadi o
flaconi di medicinali con chiusure a prova di bambino. Andavamo in
bicicletta senza casco né protezioni per le ginocchia o i gomiti. Le
altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle
penitenze era bestiale.

Non c'erano i cellulari. Andavamo a scuola carichi di libri e
quaderni, tutti infilati in una cartella che raramente aveva gli
spallacci imbottiti, e tanto meno le rotelle!!

Magiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi. Al limite uno
era grasso e fine.

Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e nessuno si è mai
infettato. Ci trasmettevamo solo i pidocchi a scuola, cosa che le
nostre madri sistemavamo lavandoci la testa con l'aceto.

Non avevamo Playstation, Nintendo 64, videogiochi, 99 canali
televisivi, dolby-surround, cellulari, computer e Internet, però ce la
spassavamo tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra tirando su di
tutto; bevevamo l'acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua
non imbottigliata, che bevono anche i cani!

E le ragazze si intortavano inseguendole per toccar loro il sedere e
giocando al gioco della bottiglia o a quello della verità, non in una
chat dicendo

Abbiamo avuto libertà, fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo
imparato a crescere con tutto ciò.

Tu sei uno di nostri? Congratulazioni!

Invia questo a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di crescere
come "bambini."