lunedì 19 maggio 2008

GOMORRA

Gomorra, film che ha sconcertato il pubblico di Cannes e da cui ci si aspetta una denuncia che non c'è. Girato molto bene, con un bel movimento della macchina da presa, dalle inquadrature appicicaticce sulle nuche grasse dei camorristi, ad un bell'uso del grandangolo, è un susseguirsi di colpi allo stomaco. T'immerge in un mondo altro. Ti fa vedere come i ragazzi, in ambienti che richiamano il Libano o l'Afganistan, vengano arruolati e come non sia possibile sfuggire al potere dei clan. Ti spiega che c'è una rete di mutuo soccorso per le famiglie dei carcerati fedeli, lo schifo delle discariche di materiali tossici... le guerre intestine.
Ma non indaga mai sul perché, rimane entro i confini apparentemente impenetrabili di Scampia e non allude agli agganci esterni, che devono esserci se un tale micromondo impemeabile sopravvive da sempre e continua a far girare tanti soldi.
L'unico squarcio verso il mondo esterno è lo sguardo spaurito di un poliziotto, alla fine.

4 commenti:

Carlo lo spoltorese ha detto...

Il perchè è descritto magistralmente nel libro "Gomorra" di Roberto Saviano, è difficile filmare il perchè, a mio giudizio può solo essere scritto. Non ho visto il film ma mi riprometto di farlo. La realtà descritta nel libro l'ho vis....ta e viss...uta in prima persona, e lo sguardo descritto nel post penso di conoscerlo. Nel libro però non si fa cenno allo sguardo, anche perchè se lanci uno sguardo in una direzione differente dal nemico sei.....fritto. Tornerò a commentare il post dopo aver visto il film!!!!!

marica ha detto...

Aspetto il tuo commento allora. Io il libro non l'ho ancora letto. Aspettavo che un amico me lo imprestasse...ma poi è uscito il film, e per la prima volta nella mia vita, non non ho dovuto lottare con l'immaginario letto e le immagini del grande schermo. Anch'io ho avuto occasione di conoscere l'ambiente, le grotte, i quartieri, le facce, quella tensione continua....quella lotta per la sopravvivenza che si sente a pelle...e il ritmo che rimbomba continuamente per le strade...e che ti rimane dentro.
Il perché riguarda la responsabilità della politica nazionale e internazionale connivente.

Fame di fama ha detto...

Perfettamente d'accordo con Carlo. Saviano spiega perfettamente i perché, ma non come chi sale in cattedra per insegnare agli altri come funziona il mondo (anche se ne avrebbe le qualità per farlo: proprietà di linguaggio, approccio diretto, stile accattivante, etc.).
Dà invece le sue spiegazioni dal punto di vista di colui che è da sempre immerso in quel Sistema e lo vive sulla propria pelle e sul proprio stomaco.
Buona lettura a voi e buona visione a me (mi riprometto anch'io di vedere quanto prima il film).

epursimuove ha detto...

non ho visto il film ne letteo il libro.... solo letto le tante recenzioni e i tanti commenti televisivi. Sper di fare entrambe le cose.