lunedì 21 luglio 2008

La bellezza salverà il mondo


La bellezza salverà il mondo, dice Fedor Dostoevskij,

Questa frase è scritta sulle pagine della cultura del sito della regione.

Ora, a parte la bellezza di certe mele, quando sono mature, lucide e dalla forma perfetta, pronta per essere morsa e all'uso sbagliato che se ne può fare, perché la cultura in questa regione è trattata con tale sporadicità?

Mostre e mostrine, spettacoli e concerti, incontri e stage. A fronte di un'umanità e capacità creativa spesso sorprendente, il ritorno a noi cittadini e ai turisti è troppo spesso deludente. Sembra di vivere in un enorme cinema di seconde visioni, dove però vengono proposti solo i filmacci da botteghino e non, come succede solitamente (anche qui), film d'autore o comunque interessanti.

Centinaia di migliaia di euro, artisti costretti a sottostare a contratti capestro, un panorama editriale triste e dilettantesco, i soliti spettacoli proposti e riproposti anche se non ottengono un successo "vero", ma solo formale, e il ritorno costante agli sprazzi di genio del passato. A questo proposito, non ci si rende conto di quanto sia ridicolo per una regione e una città come la nostra, doversi costantemente agganciare a D'Annunzio o alla famiglia Cascella, o a Flaiano, o ai quattro/cinque anni di permanenza a Pescara di Pazienza?

Credo sia il mondo a dover salvare la bellezza, in questo caso. Bellezza che per essere tale deve essere anche nuova, giovane, viva. Giusto partire dalla tradizione, ma come diceva il Mahatma Gandhi, al suo discepolo e successore Nehru... le nuove generazioni devono saper salire sulle spalle dei vecchi... e guardare oltre.
L'importante è lasciare loro lo spazio per farlo.

--
lentius prufundius suavius

2 commenti:

epursimuove ha detto...

"o che bel sito per una grande città" disse Vittorio Emanuele II passando su di un rudimentale ponte nei pressi della foce del fiume Pescara, mentre si accingeva a raggiungere Garibaldi intento a combattere i borboni (per la disperazione dei Leghisti).
La mia città, cresciuta di 4/5 volte in cinquant'anni, popolata da gente che della bellezza non sapeva cosa farsene (di certo interessavano cose più concrete) ha subito passivamente abusi d'ogni genere; si è persino abbattuto l'unico teatro del neonato capoluogo di provincia, lo storico Teatro Pomponio. Al suo posto per tanti anni uno squallido parcheggio, ed ora una chiesa creata tanto per cambiare con abusi.
Quel che dici è profondamente vero e ci vuole una persona disinteressata (affettivamente) per affermarlo con forza.

marica ha detto...

Il famoso Teatro Pomponio, quello sul mare... Me ne ha parlato una volta un vecchio artista di Spoltore, che aveva esposto nelle sale superiori del teatro le sue opere. Se ricordo bene le sale stampa dell'epoca. Era ancora turbato da quella distruzione, assolutamente senza senso, diceva. Mi raccontava che era bello, gli ultimi anni c'erano spettacoli di rivista, e poi, come dici tu, il parcheggio. Erano anni ('50?) in cui pochissimi si preoccupavano di mantenere in vita realtà del genere. Bisognava correre e crescere. Ora quel vecchio vive in una casetta minuscola piena all'inverosimile delle sue opere - i quadri dove viene ritratta costantemente la moglie e i lavori di legno, bellissimi, non riuscivo a non toccarli...-. Una vita di grandi speranze rattrappita tra i fumi della vecchiaia.

Non so se sono disinteressata affettivamente, certo che per me una città vale l'altra. Un teatro distrutto a Pescara o a Bolzano è sempre un peccato.