mercoledì 19 novembre 2008

MARE NOSTRUM

É da domenica che mi è venuta la voglia di scrivere questo post..... qualcuno di voi ha visto Report?
http://www.report.rai.it/R2_HPprogramma/0,,243,00.html – Mi è sparita la voglia di mangiare il pesce.... anche se mi piace moltissimo, crudo o cucinato, di qualsiasi tipo o regione...Ovviamente anche se sono bolzanina, non sono del tutto stupida, sono a conoscenza delle balle che ci propinano regolarmente sul pesce fresco e sulla sua bontà dal punto di vista nutrizionale, dimenticandosi spesso di rilevarne la tossicità e la provenienza spesso dubbia.
Ma l'altra sera mi sono davvero arrabbiata: possibile che ci siamo mangiati tutti quei soldi della comunità europea e continuiamo a distruggere le nostre coste per catturare qualche pesce in più? Possibile che per continuare a mangiare i nostri bei pesciolini stiamo facendo lo stesso alle coste africane? Possibile che la nostra ingordigia non abbia freno? E i pescatori sono davvero così in crisi? E così ignoranti? Da dove si può partire per ricostruire una sana cultura del mare?

6 commenti:

epursimuove ha detto...

Cara Marica, ho visto integralmente la puntata di Report, del resto provengo da una famiglia di pescatori ed aspettavo con ansia di poter vedera finalmente una seria inchiesta sulla pesca. Sono tante le cose da dire ma in questa sede mi limito a rispondere alle tue domande:
1)Si per soldi si fa questo ed altro, del resto per alcuni impera la sottocultura di prendere più che puoi oggi perchè domani....
2) Certo se i nostri mari sono ormai al collasso si va dove si può operare senza ostacoli.
3) Certo, comunque l'ignoranza gioca un ruolo impportante.
4)Alcuni ignoranti lo sono davvero altri recitano una parte ben precisa.
5) Dalla scuola (se puoi nel sud molti non ci vanno proprio è un bel problema); comunque se non ci si da un freno seriamente, ci penserà il mare tra una decina di anni a far finire in tanti disoccupati.

P.S.
... Non pensare che siano tutti come quelle persone, ci sono anche tanta gente, la maggioranza, che vive il problema con consapevolezza, ma non sa come affrontarlo e/o non riesce ad imporsi sul territorio.

Anonimo ha detto...

Grazie Epursimuove, infatti non posso pensare che non sia forte la sensazione di essere al capezzale di un moribondo. Ai miei ragazzi, sin da quando erano piccolissimi, ho sempre raccontato che il mare, chissà dove, all'orizzonte, ha un cuore, che batte, sordo e potente. Forse, sotto sotto, lo considero anch'io come un entità unica, quasi personalizzata. Raccontavo questo per spiegare loro che ogni pezzo è interdipendente agli altri.

Saltiamo questa generazione consumistica, chiamiamo a raccolta persone le persone, vecchie o comunque autorevoli, che, magari dopo aver sbagliato, hanno imparato ad amare il mare, così com'è, senza sovrastrutture. Organizziamo dei laboratori di pesca, di saper remare(?), di passeggiata all'alba in riva al mare, di ascolto dei suoi rumori, di scrutamento di stelle, del come prendersi il vento salmastro in faccia...
Ma, soprattutto, testimoniamo ai più sensibili e liberi che a poche cose al mondo dobbiamo rispetto, quanto a mare. Che è mistero e potenza e bellezza e l'uomo non sarebbe tale se non avesse dovuto scalare spaventose montagne o attraversare interminabili mari...
marica

Anonimo ha detto...

caro Epursimuove, ti avevo risposto ieri...ma non mi partono i commenti....comunque concordo. Non ne ho il tempo ma questa cosa continua a farmi arrabbiare....

marica

Fame di fama ha detto...

Non ho visto la trasmissione (ahimè, ogni tanto la perdo. Dovrei registrarla sempre e guardarla con attenzione).
Certo è che i nostri mari, e di conseguenza la pesca, sono protetti e mantenuti come tutta la restante parte del nostro ambiente.
A proposito invece di come la gente comune vede la questione faccio notare che negli ultimi anni sento sempre più persone dichiarare che non consumano più pesce fresco del Mediterraneo perché temono sia infetto a causa dei tanti cadaveri di immigrati annegati nel tentativo di raggiungere le nostre coste...
Un altro spunto di discussione per voi tutti.

Anonimo ha detto...

caro Fame di Fama quest'utima riga fa davvero accaponare la pelle! Ecco perché il mercato non ha scrupoli....siamo noi consumatori che siamo troppo scemi!
marica

PS: scusate ma questo è unagomento che non so perché mi fa davvvero arrabbiare, dovrò andare a riconciliarmi col mare una di queste sere.

Fame di fama ha detto...

Eh sì, cara Marica: l'ultimo potere che ci è rimasto è proprio la possibilità di scegliere SE, COSA, QUANTO e DOVE consumare.
Lo status di consumatore è una delle pochissime (parziali) reali libertà che possiamo ancora giocarci. Per questo mi sto sensibilizzando sempre più al consumo a chilometro zero (tema caro a questo blog incentrato su una regione che mette a disposizione quasi tutto di cui abbiamo bisogno).
Proprio Report mandò in onda un servizio da incorciare sull'argomento stigmatizzando per esempio il consumo di pere provenienti dal Perù...