giovedì 22 marzo 2007

Bullismo nelle scuole


Nelle ultime settimane, sarà capitato sicuramente ad ognuno di noi di vedere trasmissioni televisive, articoli su giornali o più in generale di parlare con qualche persona del fenomeno del bullismo nelle scuole. Personalmente, ho seguito con molta attenzione l’evolversi delle vicende che si sono verificate, partecipando anche ad alcuni dei convegni sul tema, e raccogliendo anche le sensazioni di qualche persona che in questa realtà ci si trova tutti i giorni come docente. La cosa che ho capito e che il fenomeno è stato studiato anche da sociologi e psicologi che del bullo hanno dato anche il profilo psicologico e non solo di lui ma anche delle persone che comporrebbero il suo mondo, fiancheggiatori, vittime ecc.
Come genitore, sono molto preoccupato per questi avvenimenti, perché giornalmente affido i miei figli alle strutture scolastiche per fare in modo che possano crescere con i valori in cui credo e con un livello culturale al passo dei tempi. Che li prepari un giorno a presentarsi ad un mondo del lavoro in continua trasformazione, senza l’incombenza di problemi di questo tipo.
Comunque credo che questo fenomeno, non sia del tutto nuovo al mondo scolastico, ma soprattutto è l’insieme di tante cause contingenti che hanno portato al verificarsi del problema. Nel mondo in cui viviamo, seguire i propri figli è sempre più difficile, questo perché in molte famiglie, spesso per far fronte alle sempre crescenti spese o per la realizzazione della carriera professionale, entrambi i coniugi lavorano, passando la maggior parte della giornata fuori casa, affidando così i propri figli o a delle baby sitter (persone quasi sconosciute), o nei casi più fortunati ad uno dei nonni. Persone che diventano così una forma educativa alternativa a quella dei genitori.
In casi peggiori invece, ci sono problemi famigliari, ed in questi casi magari, i bambini assistono a continui litigi e ad una serie di comportamenti violenti o disinteressati che sicuramente non giovano al loro sviluppo psicologico.
Infine per concludere, c’è un altro fenomeno contingente a quelli precedentemente descritti, che porta i bambini a trovare cattivi insegnamenti che è la televisione. Infatti, molte volte passano buona parte della giornata appiccicati al televisore, dove di programmi specifici, oltre ai cartoni animati sempre più violenti e sempre meno educativi c’è ne sono ben pochi, e dove forse le cose più culturalmente elevate sono le pubblicità per giocattoli.
L’insieme combinato delle cause sopra descritte, a mio avviso hanno sicuramente contribuito allo sviluppo del fenomeno del bullismo. Il tutto sicuramente aiutato da una scuola con sempre meno strumenti di correzione che a volte considera tollerabili, atteggiamenti che andrebbero fortemente sanzionati. Dico questo perché forse qualche anno fa la scuola era sicuramente più rigorosa, allora c’erano punizioni, a volte dolorose: bacchettate, ceci sotto le ginocchia in qualche angolo buio o dietro la lavagna, e non era possibile parlarne a casa, pena qualche sberla per essersi comportati male con gli insegnanti. E dove anche i bidelli incutevano rispetto e timore.
Oggi invece siamo forse passati al versante opposto, nella scuola non si possono mettere voti brutti altrimenti si rischia di essere pestati, non si può richiamare gli alunni o se ne danneggia lo sviluppo psicofisico o si deve addirittura arrivare a fare delle leggi per disciplinare l’introduzione dei cellulari nelle scuole, qualche anno fa il problema non sarebbe stato neanche sollevato, perché si sarebbe riusciti a trovare una soluzione senza scomodare ministri sull’argomento.
Faccio queste considerazioni, non perché nutri scarsa fiducia verso gli insegnanti, ma perché credo fermamente che la loro figura debba essere fortemente rivalutata, con questo non credo che si debbano reintrodurre le bacchette o altri strumenti punitivi, ma perché gli insegnati tornino ad esercitare la loro funzione di formatori culturali ed educativi, sanzionando con note, sospensioni e con altri strumenti dissuasori gli alunni dai cattivi comportamenti, vigilando e soprattutto reprimendo fenomeni di bullismo dentro e fuori dell’ambiente scolastico. Il tutto con l’aiuto dei genitori, che dal loro canto dovrebbero rafforzare le posizioni degli insegnanti, invece di criticarli (peggio ancora in presenza dei figli). In questo modo penso si riuscirebbe sicuramente ad invertire la tendenza del fenomeno.
In conclusione spero che tutta l’attenzione dedicata a questa problematica in questo particolare periodo, non sia la notizia jolly di un momento di scarse notizie importati da trattare o da scrivere, e che una volta passato il periodo, e spenti i riflettori dei media tutto torni esattamente come prima. Altrimenti non cambierà mai nulla e tutto continuerà a funzionare come sempre fino al prossimo caso clamoroso dove torneremo a chiederci dove stiamo andando ma soprattutto se mai un giorno riusciremo a fare veramente qualcosa per risolvere il problema.

3 commenti:

fraNcesco ha detto...

Nella scuola come nella vita, sono convinto che la severità debba restare. La scuola è , o forse dovrebbe essere, la palestra della vita. E nello sport, come nella vita, se non ti sei allenato...non vincerai nessuna partita.

epursimuove ha detto...

Seguo quest'argomento con attenzione ed alcuni aspetti preoccupano davvero.
Personalmente credo che prima della scuola, sia la famiglia in grave crisi e la mia generazione (di genitori) è resposabilie in prima linea per quel che accade oggi nelle scuole.
Penso che per molti di questi ragazzi ci siano dei vuoti affettivi molto gravi.
La scuola ha anch'essa un ruolo educativo, ma di certo non può sostituirsi alla famiglia che spesso "parcheggia" i figli dal mattino alla sera.
Inoltre credo che il ruolo principale di una scuola, sia quello di insegnare all'uomo o donna del domani a saper ragionare, pensare con la propria mente, saper valutare le cose per quel che realmente sono, e non è una cosa da poco.
Inoltre la professione di insegnante va effettivamente rivalutata e le regole che disciplinano questa professione vanno riviste perchè chi sceglie questa professione deve credere al suo ruolo educativo e formativo.

Graziana ha detto...

Il commento di epursimuove mi vede pienamente d' accordo; aggiungo alcune opinioni personali sul ruolo della scuola e dei docenti.

E' sacrosanto che gli insegnanti esercitino la loro funzione educativa di formatori; tuttavia la repressione dei comportamenti negativi (il bullismo nello specifico)con note e sospensioni, non è sufficiente a rimuovere le cause. Le sanzioni disciplinari hanno una funzione terapeutica d' urto pari a quella di un antidolorifico o di un antipiretico: spengono i sintomi, ma se il male è radicato, lo stesso tornerà a farsi sentire più violentemente di prima. Il bullo continuerebbe ad agire di soppiatto, anche fuori della scuola.
La rivalutazione della figura di un docente sta nella sua formazione continua suscitata dalle problematiche imposte dal gruppo-classe, nello stare a passo coi tempi, nell' autorevolezza che lo induce ad allacciare rapporti di empatia con gli alunni, senza mai abbattere quei paletti di rispettabilità che il ruolo impone.

Torniamo all' argomento: il bullismo è la punta di un iceberg, molto spesso è il risultato di un' infanzia e un' adolescenza vissute senza dialogo (non colpevolizzo, ma la crisi valoriale e la complessità della quotidianità di fatto questo comporta).
La scuola, a mio avviso, prima che curare deve prevenire: sin dalla scuola dell' infanzia, il bambino, l' alunno, lo studente, deve vivere momenti di ascolto, di confronto e di esperienze (perdere tempo per guadagnarlo ammoniva il saggio Rousseau)

Nella costruzione del sapere inoltre non devono mancare forme di apprendimento collaborativo e cooperativo: è molto più fasticoso della lezione frontale, ma è fondamentale;
non devono mancare attività come il brainstorming, il circletime, la messaggistica, il role playng: tutte quelle forme che conducono non solo all' individuazione precoce di un comportamento negativo, ma che favoriscono metacognizione, consapevolezza, autocritica da parte dei singoli.

scusate le lungaggini..