Domenica 01/04/2007
Si dormeeeeeee…. fino alle 9.00 !!!!!!!! quindi colazione , e via … alla volta di Dakar. La città è semivuota, causa Natale della sera precedente. Il mercato è comunque popolato, si trova di tutto dai banchetti che vendono farmaci (anche quelli che dovrebbero essere conservati in frigorifero) a banchi che vendono stoffe, monili, maglie, strumenti percussivi, scarpe, insomma escluso generi alimentari puoi trovare letteralmente tutto. Si contratta sempre, il prezzo in genere si dimezza sempre, ed è un piacere trattare poiché in molti parlano l’italiano.
Finita la visita al mercato ci avviamo all’isola di Groée.
Quando si arriva notiamo subito la casa degli schiavi, un senso di ……..non so spiegarlo mi assale, è la stessa sensazione di quando visitai il campo di sterminio di Dakhau. Mi inizia a girare la testa, un nodo alla gola mi stringe, devo sedermi. Tranquillizzo i miei compagni di viaggio li faccio proseguire. Io rimango seduto con la testa tra le mani, i miei pensieri corrono, non so quanto tempo sia passato, ma non riesco a reagire, fin quando….. sento il suono di un djambee (tipico tamburo senegalese).
Il mio pensiero inizia a focalizzarsi sulla musica.
La musica contemporanea anzi TUTTA la musica contemporanea nasce proprio dalla porta dell’inferno. La ritmica africana salpa per il mondo, trasformandosi in Jazz, Fusion R&B, Bossa nova ecc. ecc. ecc.
A che prezzo?
Non quantificabile!!!!!!!!
Tutti tirano le somme sulla Shoa oppure sui campi di concentramento russi, o sui Desaparesidos , ma della tratta dei neri?
Che prezzo signori!!!!!!! Ecco perché la musica è un , pardon è IL linguaggio universale. Ovunque vai trovi un genere diverso ma è sempre scritto su di un pentagramma con 5 righi e 4 spazi, è unico al mondo, a che prezzo!!!!! Un senegalese mi si avvicina e mi chiede in perfetto italiano “Fratello che hai? Stai bene?
Io gli rispondo: si, mi sento bene, ma sono triste per la porta dell’inferno.
E’ roba passata risponde lui, ricordati che il male si combatte con il bene, inshallah!!!! E va via.
La mia mente torna ad un libro (i discorsi di Martin Luther King) che avevo letto qualche anno prima: combatti il male con il bene recitava King in uno dei suoi discorsi.
Tornano i miei compagni di viaggio, non voglio continuare a vedere l’isola (oggi meta turistica), ho voglia di andare via, non mi và di parlare, nella mia mente penso alla traduzione delle canzoni spiritual. Solo ora riesco a comprendere il significato.
L’uomo nero non perdeva solo la liberta,
non perdeva solo la famiglia,
non perdeva solo la dignità
perdeva solo il diritto di essere un “ESSERE UMANO”, all’uomo bianco servivano esseri animali.
Questa volta non ho conclusioni, sarebbero troppo amare e scontate.La prossima puntata sarà l’ultima e proverò a tirare le conclusioni finali.
Si dormeeeeeee…. fino alle 9.00 !!!!!!!! quindi colazione , e via … alla volta di Dakar. La città è semivuota, causa Natale della sera precedente. Il mercato è comunque popolato, si trova di tutto dai banchetti che vendono farmaci (anche quelli che dovrebbero essere conservati in frigorifero) a banchi che vendono stoffe, monili, maglie, strumenti percussivi, scarpe, insomma escluso generi alimentari puoi trovare letteralmente tutto. Si contratta sempre, il prezzo in genere si dimezza sempre, ed è un piacere trattare poiché in molti parlano l’italiano.
Finita la visita al mercato ci avviamo all’isola di Groée.
Quando si arriva notiamo subito la casa degli schiavi, un senso di ……..non so spiegarlo mi assale, è la stessa sensazione di quando visitai il campo di sterminio di Dakhau. Mi inizia a girare la testa, un nodo alla gola mi stringe, devo sedermi. Tranquillizzo i miei compagni di viaggio li faccio proseguire. Io rimango seduto con la testa tra le mani, i miei pensieri corrono, non so quanto tempo sia passato, ma non riesco a reagire, fin quando….. sento il suono di un djambee (tipico tamburo senegalese).
Il mio pensiero inizia a focalizzarsi sulla musica.
La musica contemporanea anzi TUTTA la musica contemporanea nasce proprio dalla porta dell’inferno. La ritmica africana salpa per il mondo, trasformandosi in Jazz, Fusion R&B, Bossa nova ecc. ecc. ecc.
A che prezzo?
Non quantificabile!!!!!!!!
Tutti tirano le somme sulla Shoa oppure sui campi di concentramento russi, o sui Desaparesidos , ma della tratta dei neri?
Che prezzo signori!!!!!!! Ecco perché la musica è un , pardon è IL linguaggio universale. Ovunque vai trovi un genere diverso ma è sempre scritto su di un pentagramma con 5 righi e 4 spazi, è unico al mondo, a che prezzo!!!!! Un senegalese mi si avvicina e mi chiede in perfetto italiano “Fratello che hai? Stai bene?
Io gli rispondo: si, mi sento bene, ma sono triste per la porta dell’inferno.
E’ roba passata risponde lui, ricordati che il male si combatte con il bene, inshallah!!!! E va via.
La mia mente torna ad un libro (i discorsi di Martin Luther King) che avevo letto qualche anno prima: combatti il male con il bene recitava King in uno dei suoi discorsi.
Tornano i miei compagni di viaggio, non voglio continuare a vedere l’isola (oggi meta turistica), ho voglia di andare via, non mi và di parlare, nella mia mente penso alla traduzione delle canzoni spiritual. Solo ora riesco a comprendere il significato.
L’uomo nero non perdeva solo la liberta,
non perdeva solo la famiglia,
non perdeva solo la dignità
perdeva solo il diritto di essere un “ESSERE UMANO”, all’uomo bianco servivano esseri animali.
Questa volta non ho conclusioni, sarebbero troppo amare e scontate.La prossima puntata sarà l’ultima e proverò a tirare le conclusioni finali.
3 commenti:
Ho capito bene?
La tratta degli schiavi esiste ANCORA !?
Preferirei parlare dell'universalità della musica ma, come è successo a te, questa scoperta mi stravolge così tanto che non riesco a pensare ad altro...
No La tratta degli schiavi non più!!!!
Per fortuna, mi sono espresso male.
Il disagio l'ho provato al solo ricordo!!!!!
P.S. Ma i barconi che attraccano nelle coste pugliesi e Siciliane portano esseri umani o animali?
Mi sbaglio dicendo che la tratta degli schiavi non esiste più?
In quei barconi per chi ci lucra ci sono bestie non uomini e forse non solo per chi ci lucra.
Oggi, come come due secoli fa, nel genere umano ci sono aspetti poco edificanti e di gente senza scrupoli e "cattiva" purtroppo se ne incontra tutti i giorni, e se parli con loro, quei gommoni potrebbero .....
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