giovedì 14 giugno 2007

Il postino XVIII

Antonio entrò come una furia nella stanza di Ettore intenzionato a tirarlo giù dal letto ma appena accese la luce notò che il letto era vuoto e disfatto.
Cercò velocemente il fratello nel resto dell'appartamento. Niente, Ettore non era lì.
Cosa stava succedendo? Suo fratello non usciva mai, dove poteva essere andato a quell'ora della notte?
Prese l'auto e iniziò a girovagare lì intorno in cerca di Ettore. Non si vedeva nessuno in giro, a parte un tossico che discuteva animatamente con il suo pusher e un paio di barboni che avevano eletto i paraggi della stazione a loro dimora.
Poi passò lentamente davanti a un bar. Aveva la testa fuori dal finestrino mezzo appannato per tentare di scorgere la figura del fratello. Non era certo un'impresa facile in mezzo a quel grigiore appena rischiarato dalla pallida luce proveniente da una finestrella alta del bar. La sua attenzione fu però rapita dalle voci rauche di quelli che immaginò a lanciar bestemmie e carte su un tavolo pieno di bicchieri di birra, vino, vermuth e grappe. Accostò e decise di entrare nel bar.
Entrato nello stanzino appartato in cui si giocava a carte vide il fratello con gli occhi semichiusi e arrossati dal sonno e dal fumo delle sigarette. Seduto al contrario su una sedia, con le braccia sullo schienale a puntellare il mento, guardava quegli uomini giocare e bere.
Ettore aveva già bevuto: era completamente sbronzo!

Nessun commento: