Ormai si festeggiano le "memorie" di altri Paesi, le tradizioni stanno scomparendo. Ieri faceva caldo, gente al mare, o a casa con i soliti mille impegni. E' stato un mio dovere andarci sotto il sole, e ci sono andato.
Non fatelo tornare solo è la voce dello speaker: non è tornato da solo ma eravamo poche persone.
Un popolo senza rispetto per le tradizioni è un popolo destinato a soccombere.
Gli spari pirotecnici avvisano la città in tutte le fasi della manifestazione. Avvisano una città che dorme o sta al mare! Mi chiedo come si può essere insensibili a questo richiamo che inizia alle 8... insensibile non è stato un aereo proveniente da chissà quale Paese costretto ad effettuare una violenta cabrata... beh loro (i passeggeri dell'aereo) forse sono quelli che ricorderanno meglio questa tradizione.
Dal peschereccio è uscito il nostro sindaco, con il figlio e la fascia tricolore in mano, mi ha salutato con un buongiorno, io non l'ho considerato e non gli ho risposto. Avversità alle istituzioni. Ma questa volta ho sbagliato e questo episodio mi ha sbiadito la giornata.
Stanotte molto probabilmente andrò ad aiutare (senza compenso) a preparare/vendere il pesce fritto, anche questa è una tradizione. Non fatelo tornare solo.
lunedì 30 luglio 2007
Non fatelo tornare solo
Etichetta: *fraNcesco, Considerazioni, Tradizioni popolari
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7 commenti:
Per me, ex montesilvanese poco marinaro, la tradizione era andare alla festa della domenica con tutta la famiglia, girare tra le bancarelle (incredibile come nel giro di vent'anni non siano cambiate praticamente per niente!) e vedere il ballo della pupa.
Quest'anno sono tornato a rispettarla con la mia nuova famiglia composta per ora soltanto da me e mia moglie, una sulmontina che non aveva mai partecipato alla festa di Sant'Andrea.
E abbiamo consumato, con alcuni amici, un po' della "tua" frittura ...
Ieri c'ero anch'io sul peschereccio che un tempo era anche mio, ma le cose sono proprio lontane dai ricordi della mia infanzia; le memorie non scitte si perdono lentamente ma inesorabilmente ogni volta che viene a mancare una persona che era parte vivente di un mondo che vive solo nei ricordi delle persone e se non si fa nulla per mantenerle in vita è inevitabile una lenta agonia.
Ho la fortuna di avere in famiglia un vecchio 80enne che da bambino era un murè nelle vecchie paranze a vela, dove si conduceva un'esistenza durissima einimmagginabile ai nostri giorni, che ti temprava il corpo e l'anima e dove venivi forgiato
per affrontare una vita da trascorrere in un mare a volte crudele.
Sicuramente la mia risposta susciterà le ire del nostro fraN, ma la sapiente Graziana provvederà a mediare il tutto.
"Non lasciamolo solo annunciava l'altoparlante!!!!"
L'anno scorso le ho ascoltate pure io queste parole!!!!!
Questo è quello che succede quando una festa religiosa si trasforma in evento turistico sponsorizzato e spinto a tutti i livelli!!!! Organizzazione compresa.
Si pensa a far venire più gente ..... la sera per il concerto ed il Busines collegato!!!! E si perde il senso religioso, di conseguenza "Il Santo Torna solo".
Questo era quello che intendevo qualche post fà quando si accese una diatriba tra me e fraN, infatti nei piccoli comuni non hai Spazi e mezzi per organizzare in grande stile "L'evento civile" quindi concentri tutto sull'evento Religioso !!!!!!!!
Per la memoria storica..... beh anzichè dare decine di migliaia di euro ad artisti e cabarettisti famosi e non ,
qualche risorsa si può dirottare sulla pubblicazione di qualche libro che riporti le tradizioni della festa.
Per far questo però bisogna stare dentro il comitato e proporlo!!!!!! Magari tra qualche anno qualcuno ti prenderà in considerazione!!!!.
P.S. dico questo perchè da alcuni giorni a Spoltore è in vendita un libro che riporta appunto gli aneddoti e la vita che si faceva in piazza!!!!
Stranamente sono concorde con te, spoltorese. Ma scrivere il post in questione e leggere i vostri relativi commenti, può forse servire ad un cambiamento di rotta.
Quanto dici è quello che spero!!!!!
Noi intanto ci proviamo!!!!!!
Quello che dice lo spoltorese purtoppo è tremendamente vero, ma è vero anche che le tradizioni vanno nutrite dalla "citilanze" e in fondo anch'io sono il risultato di una perdita di identità... mio padre, mio nonno, il mio bisnonno etc. erano tutti pescatori, un' arte marinara tramandata di padre in figlio, ed io, spinto dai miei, invece di andare subito per mare sono andato a scuola vivendo e maturando in un altro ambiente, ma così la tradizione di famiglia è andata persa e a breve non ci sarà più uno Sciarra armatore e/o pescatore.
Sono tante le cose da dire, un tempo la mia comunità era un mondo chiuso c'erano quelli della marina, gli altri erano "terrazzani", si era un po' tutti parenti, uniti da una vita dura ed essenziale, poi la guerra ed il dopo guerra hanno cambiato tutto.... ci sono comunità che sanno difendere a denti stretti le loro tradizioni ed altre come la mia che si è lasciata lusingare ed infagocitare dalla città in espansione, lasciandosi digerire senza opporre resistenze.
Me pudet ... l' ultimo post su S. Andrea l' ho scritto senza leggere questi ultimi commenti, forse avrei aggiustato il tiro dando un taglio diverso, ma sapiente ahimé non sono, caro Spoltorese ...
Quello che penso è che tutto si evolve, compresa la tradizione che di per sé è ancoraggio al passato e persistenza nel tempo. Quello che di una tradizione resta, nello specifico l' aspetto religioso, va curato come giustamente dite, attraverso la diffusione dell' informazione che diventa storia delle tradizioni, motivante per i giovani e meno giovani.
Leggo che non si ha fiducia nelle istituzioni, ma è doveroso coinvolgerle, almeno provandoci e insistendo, buone o cattive che siano, senza gettare la spugna anzitempo.
Il sindaco di Pescara, da tre/quattro anni a questa parte, sta sensibilizzando le scuole, favorendo concorsi, a vantaggio della riscoperta di un Santo sconosciuto: San Cetteo, patrono della città.
Sarebbe utile promuovere anche l' approfondimento delle conoscenze delle tradizioni ruotanti intorno al Santo del nucleo dei pescatori.
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