domenica 19 agosto 2007

La paranza, barca dell'Adriatico

Se c'è una barca che può rappresentare la costa dell'Adriatico, dalla Romagna al Gargano , questa a mio parere è la paranza.

Questa barca ha segnato un epoca, la storia delle genti che popolavano un lungo tratto di costa quasi del tutto privo di porti naturali.
Infatti questa barca aveva un fondo piatto, ideale per consentire l'alaggio ed il varo dalle spiaggie adriatiche, ed era principalmente usata per la pesca a strascico (usata fino all'avvento dei motori intorno agli anni 30' del secolo scorso).
Questa barca ha contribuito non poco allo sviluppo delle città marinare, con genti che pescavano e si spostavano lungo una costa ancora selvaggia....

....Nell'ottocento, dalla marchigiana San Benedetto del Tronto, giunsero alcune paranze nella foce del fiume Pescara, attirate dalla possibilità di poter entrare e ormeggiare sulle sponde del fiume per sbarcare il pescato, senza dover ripetere la grande fatica dell' alaggio in spiaggia.
Molto probabilmente questa "comodità" spinse alcuni "Pioneri" a stabilirsi sulle sponde selvaggie del fiume e successivamente a portare con se anche le proprie famiglie.
Fu così che molto probabilmente nacque il primo nucleo del borgo marino a Castellammare Adriatico, sulla sponda nord del fiume Pescara e che nel tempo si sviluppò in una importante marineria dell'adriatico.....
Ricordo che, quando ero un ragazzino, vi erano ancora delle paranze che montavano motori marini, e una di questa la "Colomba Giordano" era proprio della mia famiglia.

Nel porto di Cesenatico vi è ancora ormeggiata una paranza proveniente proprio da Pescara, che di seguito riporto:

Paranza
Lunghezza: mt. 8,45
Larghezza: mt. 2,92
Nome: "Mirella" Costruita nel cantiere di Bruni Filippo a S. Vito Chietino nell'anno 1951
Ultimo proprietario: Mastromattei Eriberto
Ultima matricola: PC 0129 Pescara
Acquistata nel 1983 dall'Azienda di Soggiorno di Cesenatico, ancora fornita di pennoni. Il pennone di sopravia è molto lungo a ricordo delle vele latine che le barche delle Marche e dell'Abruzzo usavano ancora nei primi decenni del XX secolo. Al posto della vela latina le paranze adottarono la vela al terzo perché risultava più semplice nelle manovre per cambiare di bordo, più adatta agli scafi di questo tipo.
Questo esemplare fu sempre armato al terzo e come tutte le barche di questo tipo ebbe un albero solo. Le paranze si spingevano per la pesca nell'Adriatico e furono presenti nei porti fino al 1950. La loro prora a petto d'anatra è simile a quella del trabaccolo, ha gli occhi rilevati e sull'asta retroflessa porta una berretta rossa ornata ai lati da due stelle. Solo le proporzioni cambiano: maggior larghezza rispetto alla lunghezza, minore altezza sotto il ponte. Queste barche spesso venivano tirate in secca sulla costa bassa, e gli uomini che su di esse navigarono ricordano ancora la gran fatica di issare a bordo il profondo e pesante timone quando c'era mare mosso. Praticavano la pesca con le reti a strascico e prima della diffusione dei divergenti tiravano la rete in coppia, da cui il nome di paranza, cioè di barche che procedevano "a paro".

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