lunedì 31 dicembre 2007

Pensare a noi stessi, per non farci del male

Un giorno di aprile 2007 , mi alzo come al solito alle 06,50 ma, anziché andare subito al lavoro, mi reco al centro trasfusionale per l'iscrizione a donatore di sangue; visite di routine, un normale controllo, un cardiogramma e dopo un ora mi ritrovo ricoverato in cardiologia, all'UTIC per l'esattezza, circondato da macchinari ed elettrodi.

Lì in quel reparto vi sono rimasto per una settimana, ore ed ore senza nulla da fare se non pensare..... pensare; mi sono subito reso conto che da anni non mi prendevo una pausa, una vera pausa in cui ti allontani da tutto per meglio riflettere sulla tua vita. Il primo risultato è stato l'ammettere che avevo dei problemi, e negarli coprendoli con autolusinghe "professionali" non serviva proprio a nulla, il mio corpo mi stava lanciando chiari segnali.
E poi nel rivedere la propria vita, accorgersi che da anni avevo smesso di guardarmi intorno, che ormai non facevo assolutamente nulla per cambiare le cose; eppure in passato quando provai davvero a fare qualcosa i risultati erano spesso arrivati.
E così, intere giornate ad ordinare le cose della mia vita, a dargli ad ognuno il giusto peso, alle cose da gettare dalla torre ed alle altre da salvare.

Ora son qui all'una di notte davanti al mio PC a dirvi che negli ultimi sette mesi ho fatto più cose per me stesso che negli ultimi sette anni e non ho alcuna intenzione di smettere, almeno finchè non mi sentirò un uomo ricco, un padrone, proprietario del mio tempo, delle mie idee sulle quali muovere i passi della mia vita...... questo vorrei essere e chissà mai se vi riuscirò.
Il tutto è iniziato da un letto di ospedale che mi ha obbligato a pensare, come quando non vuoi vedere una cosa e qualcuno ti costringe a farlo, un time out offertomi dal fato, verso il quale sono debitore.

Nessun commento: