martedì 15 luglio 2008

La scienza applicata in Abruzzo

La scienza è una forma d'arte. La scienza è l'arte del sapere. La scienza non è certezza ma è dimostrabile.
Nella famosa formula di Einstein, l'energia è uguale alla massa per il quadrato della velocità della luce. La luce è una costante (o si presume tale) quindi le variabili sono solo la massa e l'energia. In abruzzo questa legge non vale. La velocità della luce è superata dall'avidità di alcuni personaggi e la costante non è l'energia....la costante è la massa ovvero siamo noi e non contiamo nulla nella formula. L'energia prodotta dalla nostra regione dipende solo da c, ovvero dai soldi che ci rubano.
Quando sapremo contestare la formula dell'Einstein abruzzese, forse potremo anche parlare....e forse perchè no anche scrivere ancora.
Via!!! Più veloci della luce....ma sempre piano piano.

2 commenti:

epursimuove ha detto...

Un po' complicato seguire la tua formula, per me la scienza dovrebbe certificare idee "empiriche".
Comunque è un periodo davvero triste... per me la tristezza profonda è iniziata nell'orticello di casa mia (Comune di Montesilvano); con mio rammarico ho visto prendere valanghe di voti a personaggi che nonostante mi turassi il naso proprio non ce la facevo a vatarli. Ho visto comportamenti scandalosi e quasi ridicoli di chi amministrava la città , e poi in televisione ho sentito dire a loro difesa "per me hanno sempre amministrato bene" ( alte cariche dello stato)....era il 2006/07.
Per andare avanti bisogna di credere in qualcosa a cui aggrapparsi, ma mi giro mentre mi guardo intorno non riesco più a trovare qaulcosa di pulito... forse i bambini, ma anche loro quando inizieranno a frequentare le nostre scuole avranno tanti "validi" esempi da imitare, dentro e fuori le mura scolastiche!!!!!

marica ha detto...

Più che qualcosa di virginalmente pulito, ora, forse, possiamo aspirare alla capacità di ri-pulirsi(non riciclarsi.....). Ai nostri figli possiamo insegnare a scegliere chi imitare, ma soprattutto a guardare oltre le apparenze, a sapere che la debolezza è insita nell'uomo ma che si può curare.