giovedì 7 giugno 2007

Il postino XVII

Antonio si rivoltò per l'ennesima volta, scostò le lenzuola e guardò la radiosveglia: i led rosso vivo facevano fluttuare le cifre 03:00 nella totale oscurità della sua camera.
Non riusciva a prendere sonno. Accesse allora l'abat-jour e rilesse il foglietto spiegazzato che aveva lasciato sul comodino.

Aveva partecipato in modo assente alla celebrazione in comunità, non riusciva ad impedirsi di pensare a quell'assurda telefonata. Chi diavolo era quel tizio?
Ad un certo punto sentì Rocco dire: "prima o poi arriverà il giorno del giudizio e saremo nudi; quindi è inutile nascondere la polvere sotto il tappeto o coprire una crepa nel muro con un quadro!".
La crepa nel muro! Come aveva fatto a dimenticarlo?

Ripensò alla domanda sibillina che Gasparre gli aveva fatto mentre i suoi occhi tornavano a scorrere ciò che lui stesso aveva scritto sul quel pezzo di carta tanti anni fa: "Non so cosa farò nella mia vita, ma una cosa è certa: farò qualcosa d'importante!".

Doveva parlare con Ettore.

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