venerdì 15 giugno 2007

Pizzoccheri valtellinesi alla maniera dell'Alta Val Camonica

Il dado è tratto.
Sia quello di Cesare che quello per fare il brodo.

Ma sono pronto: ho indossato la corazza per difendermi dalle reazioni dei talebani della cucina, degli amanti delle nostre tradizioni abruzzesi e di tutti coloro i quali pensano che "esterofilia" sia una parolaccia... anche quando ad essere considerato "straniero" in realtà è qualcosa di genuinamente italico, al pari delle sagne e fagioli.

Parlo dei pizzoccheri (pronunciati "pizzocher" nel luogo d'origine, tra Valtellina e Val Camonica).
Si tratta di un piatto, ora servito come primo, ma in origine piatto unico perché completo, economico e... di più non ci si poteva permettere.
Appartiene alla tradizione lombarda, nato sulle montagne al tempo povere ma sempre operose e contiene quegli ingredienti che erano più facilmente a disposizione: farina di grano saraceno e di frumento, patate, verza o costole di bietola, ma anche fagiolini, formaggi delle malghe.

Vi riporto la versione che si può gustare in Alta Val Camonica, una zona dell'alto bresciano stretta tra la Valtellina, il Trentino e la Svizzera.

Ingredienti (per 4 persone):

  • 350 gr. di farina di grano saraceno
  • 100 gr. di farina bianca
  • acqua q.b.
  • 2 patate medie
  • 3 manciate di fagiolini freschi
  • 200 gr. di fontina valdostana (più facile da trovare del Casera della Valtellina, ma se riuscite a procurarvi formaggi di malga... beati voi!)
  • 100 gr. di grana
  • 200 gr. di burro
  • 4 spicchi di aglio
  • sale q.b.
  • pepe q.b.
Preparazione:
  1. Mescolate la farina nera e la farina bianca, impastatele con acqua e lavoratele per circa un quarto d'ora.

  2. Con la macchina per la pasta, tirate delle sfoglie dello spessore di mezzo centimetro che poi taglierete a listerelle larghe poco più di mezzo centimetro (con la macchina della pasta, potete usare il supporto per le tagliatelle)
  3. In una pentola capiente fate bollire l'acqua, salate e versate le patate. Fate cuocere per 5 minuti.
  4. Versate la verza e i fagiolini e cuocete per altri 5 minuti.
  5. Aggiungete i pizzoccheri che, con l'acqua in piena ebollizione, devono cuocere dai 7 ai 10 minuti.
  6. A cottura ultimata, con una schiumarola prelevate dalla pentola una parte dei pizzoccheri e delle verdure. Disponeteli in una terrina e cospargeteli con il grana grattugiato e fettine sottili di fontina. Ripetete l'operazione con un altro strato di pizzoccheri e così via.
  7. Condite con abbondante burro fritto insaporito con spicchi d'aglio. Infine, aggiungete un pizzico di pepe.
E' importante servirli molto caldi, perché il formaggio dev'essere filante (anche se ciò vi farà imprecare quando dovrete lavare la pentola!).

5 commenti:

Graziana ha detto...

Grazie per la tua ricetta, mi ispira molto e la proverò senz' altro. Qualcosa mi dice che la foto è tua, non prelevata dalla rete..

L' attaccamento alla tradizione culinaria regionale per me equivale a preservare quel "filo" che mi unisce alle mie radici;un legame fatto anche di nostalgia e tenerezza oltre che di sapori familiari ... ma questo non si traduce in chiusura verso altri contesti ed altre culture, anzi...

Quando mi capita di mangiare fuori regione o fuori Italia, mi oriento verso i piatti tipici piuttosto che andare alla ricerca dei nostri piatti a tutti i costi per poi rimanere delusi.

Il bello poi sta nel riprodurre il piatto, una volta tornati a casa, chiaramente se ne è stato gradito...

Graziana ha detto...

oops... se è stato gradito..

epursimuove ha detto...

Conosco abbastanza bene questo piatto e anch'io quando viaggio amo provare la cucina tipica del luogo, viaggiare per me è soprattutto conoscere.
Credo che questo blog cominci ad essere un piccolo "scrigno" culinario e molto più .... davvero interessante.

Fame di fama ha detto...

Il bello del confronto di tradizioni gastronomiche diverse è che consente d'intessere una trama di "fili che ci uniscono alle nostre radici".

Ad esempio quando mia suocera prepara i pizzoccheri ci racconta sempre della sua infanzia e di ciò che rappresentava quel piatto per lei...

Carlo lo spoltorese ha detto...

Ahi Ahi Ahi Ahi Ahi Ahi
Il mio fondamentalismo Abruzzese inizia a bollire.
A breve avrete mie notizie.

P.S. preparatevi a tradurre!!!!!!!