mercoledì 16 luglio 2008

Le tribù italiche del 2008

Non troverò mai una foto adatta per questo post. Non saprei come trovarla, e anche se la trovassi, non saprei giustificare la sua presenza. Questo post parla di tribù. Da wikipedia:

In antropologia, una tribù è una società umana, cioè una unità sociale determinata, in possesso di una relativa omogeneità culturale e linguistica. Il concetto di tribù non implica per forza una unità territoriale, non è raro per l'appunto trovare sottogruppi della tribù stanziati in zone relativamente lontane l'una dall'altra.

A livello politico, il concetto di tribù viene contrapposto a quello di stato ed in passato l'antropologia soleva considerare le società tribali come prive di una autorità statale e di conseguenza di un sistema politico definito chiaramente. Anche se tale dibattito è ancor oggi vivo, ai giorni nostri si tende rifiutare questa.

Nel 2008 le tribù italiche si sono evolute, si sono organizzate e si sono adattate ai tempi moderni; innanzi tutto hanno iniziato ad unirsi per meglio gestire il loro potere, in questo modo i gruppi più lontani sono più facilmente gestibili. Essendo questa un'epoca di finction sfruttano ogni occasione pubblica per manifestare le loro credenze tribali e molto spesso si scontrano in moderne danze fatte di pernacchie , urla e insulti atte a consolidare il loro potere divino e a confermare la propria supremazia sulla tribù antagonista. Dopo questa danza tribale, che a volte viene programmata saggiamente in periodi critici,seguono incontri privati fra i capi tribù atti a consolidare la loro fratellanza e il loro comune obbiettivo di potere. Queste danze ,anche se in ambiti più modesti, vengono improvvisate anche dagli elementi meno significanti delle tribù, con la speranza che i vari capi tribù possano loro cedere qualche boccone. Normalmente i vertici delle tribù vivono in grandi capanne e girano il villaggio scortati per paura di dover incontrare qualche membro delle tribù in credito con lui. In periodi di particolare pace, quando i capi tribù si concedono una vacanza , girano spesso in grandi canoe e si riuniscono in qualche isola, facendosi dipingere dagli artisti delle chiacchiere (di solito della stessa tribù) in forma smagliante atti a tranquillizzare il resto della tribù. In occasioni di grande calma, quando il caldo avanza ed è faticoso danzare, organizzano degli eventi , a volte cruenti, atti a vitalizzare il resto delle tribù, tristi per la mancanza di danze. In Italia si contano solo due tribù dominanti. Gli altri che non ne fanno parte sono guardati in maniera ostile dagli altri e vivono una vita isolata. Non partecipano alle danze, non hanno nessuna speranza del boccone e sono in via di estinzione. Raramente si parlano fra loro, raramente partecipano alla vita pubblica delle tribù. Non fanno parte di un'altra tribù ed è per questo che non saranno mai accettati.




1 commento:

marica ha detto...

C'è un libro bellissimo: Asmat. Uccidere per essere. Miti e riti dei cacciatori di teste della Nuova Guinea di Grossi Paolo, ed. All'insegna del pesce d' oro
Davvero illuminante. Purtroppo è di difficile reperimento. Ma te lo posso imprestare, se t'interessa, e lo trovo... Il messaggio fondamentale del libro è la profonda e variegata cultura di un popolo cruento (vige ancora il cannibalismo), dove ogni passaggio di crescita, ogni azione, ogni pensiero, ogni danza, ha un senso, condiviso all'unanimità. Bellissimi i passaggi che raccontano la crescita dei ragazzini che vengono accompagnati, passo passo, nel rispetto dei veri tempi di maturazione e il profondo rispetto per gli atti violenti, che non sono mai atti di debolezza, ma di consapevolezza e di grande forza interiore. La cultura degli Asmat si sta disgregando inesorabilmente, per colpa dei contatti sempre più frequenti e invasivi con l'onnipresente uomo bianco, purtroppo.
Ecco, a volte c'immagino così: l'apertura culturale, la globalizzazione, la ricerca di valori nuovi....troppo spesso è vissuta solo come inquinamento. Viene ingerita, ma non assimilata, non trasformata attraverso la ricerca di un "senso" nuovo. Chi cerca si sente necessariamente solo...anche se non lo è!
Marica